Oltre al Faiyum, le nuove terre che attrassero l’interesse degli egizi furono quelle della Nubia, designata col nome di Ta-setj, "il Paese dell’arco", senza dubbio in omaggio all’abilità degli arcieri nubiani. Tuttavia per gli egizi del Medio Regno e delle epoche successive la Nubia fu soprattutto il paese dell’oro, dell’avorio e delle essenze. Essi consideravano i territori a sud della 1ª cateratta come un paese straniero a sé stante, le cui genti, già dall’Antico Regno, erano state respinte a monte della 3ª cateratta. Qui si erano fuse con le popolazioni locali e, a partire dal 2400 ca. a.C., avevano fondato un regno ben organizzato. Le spedizioni militari egiziane penetrarono quindi nella parte settentrionale della Nubia e una serie di 18 fortezze scaglionate sul Nilo sorsero tra Elefantina e la 3ª cateratta: i punti chiave di tale sistema stavano a ridosso della 2ª cateratta, e avevano come capisaldi Wadi Halfa, Mirgissa, Uaronarti e Semna (oggi inghiottite dal lago Nasser ma ricostruite in parte a Kartum). In questa occasione una fiorentissima stazione commerciale venne insediata a Kerma, nella Nubia meridionale ancora indipendente.